Sono stata con loro
tutta la giornata e a pranzo siamo stati raggiunti da un loro conoscente e in
tutta verità conosco da tempo anche io.
Era amico di mio
padre, e papà di una mia compagna di
scuola ai tempi delle medie.
Mi ha sorriso appena mi
ha visto, e cercato più volte il mio sguardo mentre parlava con gli altri,
finchè poi mi si è avvicinato e mi ha detto che era venuto insieme a Federica quando
mio padre se ne è andato, ma che io in quel momento non c’ero.
Tutti gli chiedevano del
suo incidente, avvenuto a giugno, quando è caduto da un albero rompendosi
vertebre e costole in un numero impreciso.
“Sto bene ora”, ha
detto, “è andata molto bene”.
Durante il pranzo ogni
tanto l’ho guardato e ripensato a quando ero piccola e ai ricordi che
avevo di lui insieme a mio padre.
Lui più volte mi ha
coinvolta nel discorso, e ogni volta era come se volesse dirmi qualcosa in più di quello
che le parole che pronunciava stavano effettivamente dicendo.
Il parallelismo che si
è creato tra lui e mio padre oggi nei miei pensieri è stato leggero,
piacevole, coinvolgente ma non troppo, finchè ad un certo punto ha cominciato a
raccontare meglio del suo incidente.
“Ero andato a raccogliere
le ciliegie e mi sono spinto molto in alto, il ramo si è rotto e sono
caduto. Ma le ciliegie non erano per me, erano per le mie nipotine. Le raccolgo
sempre per loro, non tanto per me, cosa vuoi mai, a me non interessano, ma a
loro piacciono tanto”.
Ed è stato lì che il tutto
si è fatto più intenso e toccante.
Ho ripensato a mio
padre, al suo salire sugli alberi, al suo andare per boschi a raccogliere i
frutti, portarli a casa per darli a Giada,
per merenda.
Amarene. Quante
amarene.
Oggi un uomo mi ha ricordato mio padre, il nonno che era, e mi sono accorta che questo è avvenuto nel momento preciso in cui ha detto: "Quando sono caduto, ed ero lì sdraiato in terra, e non riuscivo nemmeno a respirare, e intorno
a me c’era un grande frastuono....e tante persone che erano accorse, e poi via, sull’ambulanza, in corsa verso l’ospedale...l’unica cosa a cui riuscivo a pensare era che avevo
lasciato sull’albero il cesto con le ciliegie”.