Ad una settimana dall'inizio della scuola dell'infanzia (per noi la cosiddetta "scuola dei grandi", così da distinguerla dall'asilo) posso dire che le cose stanno andando piuttosto bene.
Da quattro giorni a questa parte Giada si ferma anche per il sonnellino pomeridiano ed è ripartito il tran tran che ci accompagnerà fino a giugno.
Il lunedì, il martedì e il venerdì alle ore 16,30 vado a "ritirarla" io, il mercoledì la nonna P., il giovedì il nonno V.
Fatto.
Finalmente, perchè la chiusura estiva della scuola non è un problema da poco, le ferie non bastano per coprire il tempo delle vacanze estive dei bambini e bisogna attivare tutta la rete familiare e non solo.
Un giorno da uno, un giorno dall'altro, poi quello ha un impegno, allora nelle due ore di buco arriva quell'altro, poi portala di qua, poi di là, poi non c'è nessuno libero e allora prendi un permesso...insomma, un caos.
Che finalmente però è finito e ci riconsegna un po' di equilibrio.
Lei esce di casa volentieri, anche se all'arrivo a scuola di primo acchito manifesta un po' di timidezza, ma subito Manuela, la nuova maestra, riesce a metterla a suo agio e allora entra senza tentennamenti, a volte anche senza salutarmi oppure chiedendomi "Tu vai a lavorare?"
Eh, sì.
Per ora quindi andiamo benino.
Lo dico perchè so che l'inserimento non si esaurisce nei primi giorni, ma anzi è una questione molto più complessa che a volte può durare mesi e che le crisi, chiamiamole così, possono arrivare anche molto più avanti.
Un paio di settimane fa ho scritto un post sull'arcobaleno, dicendo che da qualche giorno lo vedo spesso in casa, riflesso dai vetri, sulle cose.
Ci è capitato ancora, dopo quel post, lo si vede in queste foto.
E nell'osservarlo, e fotografarlo ancora, ho realizzato che la scuola dell'infanzia dove sta andando Giada si chiama "Arcobaleno".
Una simpatica casualità.
Le immagini qui sopra erano di domenica mattina, mentre stanotte qui da noi...tempesta...
...e stamattina, quando siamo uscite di casa, faceva freddo e tirava un vento forte. Si vede?
Ma la mia impavida bambinella non si è fatta spaventare dal rischio di volarmi via sotto gli occhi e ha trovato modo di ghiocherellare ugualmente, saltellando fino all'entrata della scuola.
Da quattro giorni a questa parte Giada si ferma anche per il sonnellino pomeridiano ed è ripartito il tran tran che ci accompagnerà fino a giugno.
Il lunedì, il martedì e il venerdì alle ore 16,30 vado a "ritirarla" io, il mercoledì la nonna P., il giovedì il nonno V.
Fatto.
Finalmente, perchè la chiusura estiva della scuola non è un problema da poco, le ferie non bastano per coprire il tempo delle vacanze estive dei bambini e bisogna attivare tutta la rete familiare e non solo.
Un giorno da uno, un giorno dall'altro, poi quello ha un impegno, allora nelle due ore di buco arriva quell'altro, poi portala di qua, poi di là, poi non c'è nessuno libero e allora prendi un permesso...insomma, un caos.
Che finalmente però è finito e ci riconsegna un po' di equilibrio.
Lei esce di casa volentieri, anche se all'arrivo a scuola di primo acchito manifesta un po' di timidezza, ma subito Manuela, la nuova maestra, riesce a metterla a suo agio e allora entra senza tentennamenti, a volte anche senza salutarmi oppure chiedendomi "Tu vai a lavorare?"
Eh, sì.
Per ora quindi andiamo benino.
Lo dico perchè so che l'inserimento non si esaurisce nei primi giorni, ma anzi è una questione molto più complessa che a volte può durare mesi e che le crisi, chiamiamole così, possono arrivare anche molto più avanti.
Un paio di settimane fa ho scritto un post sull'arcobaleno, dicendo che da qualche giorno lo vedo spesso in casa, riflesso dai vetri, sulle cose.
Ci è capitato ancora, dopo quel post, lo si vede in queste foto.
E nell'osservarlo, e fotografarlo ancora, ho realizzato che la scuola dell'infanzia dove sta andando Giada si chiama "Arcobaleno".
Una simpatica casualità.
Le immagini qui sopra erano di domenica mattina, mentre stanotte qui da noi...tempesta...
...e stamattina, quando siamo uscite di casa, faceva freddo e tirava un vento forte. Si vede?
Ma la mia impavida bambinella non si è fatta spaventare dal rischio di volarmi via sotto gli occhi e ha trovato modo di ghiocherellare ugualmente, saltellando fino all'entrata della scuola.